(Adnkronos) – Accuse allo Shin Bet da Yair Netanyahu. Il figlio del premier israeliano Benjamin Netanyahu punta il dito contro l'agenzia di intelligence sostenendo stia cercando di rovesciare il governo del padre e "torturando" militari delle Idf nel mezzo di una serie di notizie che coinvolgono l'ufficio del primo ministro. "Lo Shin Bet che arresta e tortura per sciocchezze ufficiali delle Idf è lo stesso Shin Bet che alcuni mesi fa ha rilasciato il 'Dottor Mengele' di Gaza, il direttore dello Shifa Hospital, insieme con decine di terroristi con il pretesto che non c'era posto nelle carceri?", scrive in una serie di post su X rilanciati stamani dal Times of Israel. In un altro parla di "un colpo di stato contro la scelta democratica della popolazione da parte della Procura, dei media e dei tribunali", alludendo alle accuse di corruzione contro il padre. E aggiunge: "Non c'è ancora stato un golpe contro la scelta democratica della popolazione da parte di tutti quanti sopra, più lo Shin Bet e i militari". "Una repubblica delle banane come l'America negli anni Sessanta", incalza Yair Netanyahu, a Miami da un anno. E in un altro post se la prende con le indagini che riguardano l'ufficio del premier israeliano, volte – a suo avviso – a "nascondere all'opinione pubblica le decisioni della giunta della notte del 7 ottobre che hanno escluso il premier". Ieri il premier Netanyahu ha sferrato un duro attacco ai media israeliani, accusati di aver aperto un “fronte” contro di lui insieme ad Hamas, Hezbollah e altri gruppi sostenuti dall'Iran. Il premier ritiene che siano in corso tentativi di indebolire la nazione attraverso scandali 'costruiti' che coinvolgono il suo ufficio. “Anche se gestisco la guerra e combatto gli attacchi internazionali da varie direzioni, ora abbiamo a che fare con ancora un altro fronte, quello delle fake news dei media”, ha affermato Netanyahu in un videomessaggio, il secondo in poche ore. Nelle ultime settimane, i consiglieri di Netanyahu hanno dovuto affrontare accuse che vanno dalla manipolazione e fuga di documenti riservati alla stampa, alla modifica di trascrizioni di riunioni e al ricatto di un alto ufficiale militare. Per il premier la serie di accuse fa parte di “un attacco selvaggio e sfrenato”. Netanyahu ha sottolineato che dall'inizio della guerra c'è stata “un'ondata di fughe di notizie dal gabinetto di sicurezza nazionale, dal gabinetto di guerra dell'epoca e un continuo tsunami di fughe di notizie dal team negoziale. Questi 'leaks' forniscono informazioni vitali all'Iran, a Hezbollah e ad Hamas, informazioni che mettono in pericolo il Paese, i nostri combattenti e il recupero dei nostri ostaggi”. Il premier ha poi lamentato il ritardo nell'avviare le indagini, nonostante le sue numerose richieste. “Perché l'obiettivo non è proteggere la sicurezza dello Stato – sostiene – L'obiettivo è promuovere un'agenda di debolezza e concessioni, durante la guerra”. Per Netanyahu quella delle ultime settimane è “una battuta di caccia organizzata per danneggiare la leadership del Paese e indebolirci nel bel mezzo della guerra”. "Non mi scoraggeranno", ha affermato, aggiungendo di essere più che mai determinato a prendere le decisioni giuste per il bene della sicurezza di Israele, e più che mai determinato a condurre il Paese alla vittoria assoluta. —internazionale/esteriwebinfo@adnkronos.com (Web Info)
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